ESSERE SANTI COME LUI E' SANTO

ESSERE SANTI COME LUI E' SANTO
La Madonna di Medjugorie, messaggio del 18 aprile 1984 al gruppo di preghiera
Sarò molto contenta se vi rivolgerete a me, quale vostra madre di bontà, d’amore e di misericordia, con questa preghiera: “Madre mia, madre di bontà, d’amore e di misericordia, ti amo con tutto il cuore e mi offro a te. Per mezzo della tua bontà, del tuo amore e della tua misericordia salvami. Io voglio appartenere a te. Ti amo tanto e desidero che tu mi custodisca. Dal profondo del mio cuore, O Madre di bontà, ti prego: dammi la tua bontà affinché con essa io possa meritare il cielo. Ti prego per il tuo immenso amore: concedimi di amare ogni uomo come Tu hai amato Gesù. Ti chiedo anche la grazia di essere palpitante d’amore verso di te. Io mi affido a Te completamente e desidero che tu sia accanto a me in ogni mio passo, perché tu sei piena di grazia e vorrei non dimenticarmene mai. Ma se un giorno io perdessi la grazia, ti prego di donarmela nuovamente. Amen.

venerdì 31 maggio 2013

La carità

♥ El amor es sufrido, es benigno; El amor no tiene envidia, el amor no es jactancioso, no se envanece. No hace nada indebido, no busca lo suyo, no se irrita, no guarda rencor. No se goza de la injusticia, más se goza de la verdad. Todo lo sufre, todo lo cree, todo lo espera, todo lo soporta. El amor nunca deja de ser... Y ahora permanecen la fe, la esperanza y el amor, estos tres. Pero el mayor de ellos es el amor♥

♥La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell`ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand`ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l`ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch`io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!♥

1Cor 13,4-13

venerdì 17 maggio 2013

PER AIUTARTI A RICOSTRUIRE UN AMBIENTE DI PREGHIERA

Al tempo di Gesù, Nazaret non era la città che possiamo visitare oggi. Era un piccolo villaggio sconosciuto. con il suo pozzo d'acqua dove le donne venivano ad attingere: un momento della giornata particolare in cui potevano scambiare delle notizie e le lingue potevano finalmente sciogliersi un pò . Le case di allora erano diverse da quelle di oggi; penso che se vogliamo renderci un po' conto di come si viveva allora, bisognerebbe andare in qualche villaggio del Senegal., che ho conosciuto, ai bordi del deserto. A Nazaret la vita familiare scorre nella discrezione di un piccolo recinto: una palizzata di frasche intrecciate mette al riparo da tante indiscrezioni. In questo rettangolo vi sono gli animali, il raccolto, il materiale per lavorare i campi; vi è l'abitazione, la stalla, la cucina e la bottega dell'artigiano... In un angolo qualche albero da frutta ed un piccolo orto. L'abitazione è unica per tutti (gran parte del tempo si vive all'esterno dell'abitazione a causa del clima molto caldo). Questa abitazione è illuminata dalla porta di entrata e da una piccola finestra. Si capisce allora perché quando Luca racconta la parabola della donna che ha perso i soldi e poi li ritrova, dice che accende una lampada in pieno giorno per cercare meglio. In questa stanza vi sono ammucchiate delle stuoie in un angolo e le coperte che di notte verranno stese al suolo per poter dormire. Una corda attraversa quasi tutta la stanza per sostenere i vestiti, mentre gli abili per la festa sono ben piegati in un baule. La giara dell'acqua si trova in un angolo oscuro e pulito della stanza. Il posto in cui si passa la maggior parte del tempo è il cortile a causa del clima caldo. Giuseppe certamente ogni tanto usciva dalla sua bottega di falegname e lavorava in cortile per respirare un pò Maria veniva a macinare il grano e a preparare la pasta per il pane che doveva servire per uno o due giorni. In cortile preparava il pasto. Per il pane, i benestanti avevano un forno in famiglia, mentre gli altri andavano a turno a cuocere il pane nel forno di amici o parenti. In cortile razzolavano le galline. Certamente Gesù ha giocalo nel cortile di casa sua. come ogni bambino, correndo da Giuseppe, che piallava le assi, a Maria che filava e cuciva. Tutti si riposavano all'ombra di un fico su cui si appoggiava la vite. Questo è il primo "universo" che Gesù bambino ha scoperto con meraviglia, guardando ai fiori che nascevano, poi crescevano, agli insetti, ai frutti, a tutti i doni della natura creata dal Padre, nell'intercedere delle stagioni. I Salmi, che celebravano la gloria della creazione che Maria e Giuseppe avevano insegnato a Gesù, sgorgavano poi spontaneamente dalie sue labbra, con la gioia nel cuore: "I cieli narrano lo gloria dì Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida d messaggio E la notte alla notte ne trasmette notizia (Salmo 19). È ricostruendo nel vostro cuore o nella vostra casa questo quadro della famiglia di Nazaret che vi ho descritto, che vi invito a pregare e lodare il Signore. Immergetevi nell' atmosfera della famiglia di Nazaret ogni volta che volete pregare e dite con fiducia: "Signore apri le mie labbra!"

fonte Preghiere di don Beppino Co'

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dalla Bibbia CEI 1974


Genesi



Capitolo 2
 Origine del Sabato


1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. 2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4a Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. 4b Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l`acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; 7 allora il Signore Dio plasmò l`uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l`uomo divenne un essere vivente.
L`uomo nel paradiso terrestre. - 8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l`uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l`albero della vita in mezzo al giardino e l`albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c`è l`oro 12 e l`oro di quella terra è fine; qui c`è anche la resina odorosa e la pietra d`ònice. 13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d`Etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l`Eufrate. 15 Il Signore Dio prese l`uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all`uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell`albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti".
Creazione della donna. - 18 E il Signore Dio disse: "Non è bene che l`uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all`uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l`uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l`uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l`uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull`uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all`uomo, una donna e la condusse all`uomo. 23 Allora l`uomo disse: "Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall`uomo è stata tolta". 24 Per questo l`uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l`uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.