ESSERE SANTI COME LUI E' SANTO

ESSERE SANTI COME LUI E' SANTO
La Madonna di Medjugorie, messaggio del 18 aprile 1984 al gruppo di preghiera
Sarò molto contenta se vi rivolgerete a me, quale vostra madre di bontà, d’amore e di misericordia, con questa preghiera: “Madre mia, madre di bontà, d’amore e di misericordia, ti amo con tutto il cuore e mi offro a te. Per mezzo della tua bontà, del tuo amore e della tua misericordia salvami. Io voglio appartenere a te. Ti amo tanto e desidero che tu mi custodisca. Dal profondo del mio cuore, O Madre di bontà, ti prego: dammi la tua bontà affinché con essa io possa meritare il cielo. Ti prego per il tuo immenso amore: concedimi di amare ogni uomo come Tu hai amato Gesù. Ti chiedo anche la grazia di essere palpitante d’amore verso di te. Io mi affido a Te completamente e desidero che tu sia accanto a me in ogni mio passo, perché tu sei piena di grazia e vorrei non dimenticarmene mai. Ma se un giorno io perdessi la grazia, ti prego di donarmela nuovamente. Amen.

lunedì 14 giugno 2010

La famiglia é il santuario della vita

Nella famiglia l'uomo riceve le prime e determinanti nozioni intorno alla verità e al bene, apprende cosa vuol dire amare ed essere amati e, quindi, cosa vuol dire in concreto essere una persona. Nella famiglia fondata sul matrimonio, il dono reciproco di sé da parte dell'uomo e della donna crea un ambiente di vita nel quale il bambino può nascere e sviluppare le sue potenzialità. La famiglia é il santuario della vita. Essa é sacra, é il luogo in cui la vita, dono di Dio, può essere adeguatamente accolta e protetta contro i molteplici attacchi a cui é esposta e può svilupparsi secondo le esigenze di una autentica crescita umana. Contro la cosiddetta cultura della morte, la famiglia costituisce la sede della cultura della vita. (dagli insegnamenti di Giovanni Paolo II)


Consacrazione della famiglia a Maria
Vieni, o Maria, e degnati di abitare in questa casa. Come già al tuo Cuore Immacolato fu consacrata la Chiesa e tutto il genere umano, così noi, in perpetuo, affidiamo e consacriamo al tuo Cuore Immacolato la nostra famiglia. Tu che sei Madre della Divina Grazia ottienici di vivere sempre in grazia di Dio e in pace tra noi. Rimani con noi; ti accogliamo con cuore di figli, indegni, ma desiderosi di essere sempre tuoi, in vita, in morte e nell’eternità. Resta con noi come abitasti nella casa di Zaccaria e di Elisabetta; come fosti gioia nella casa degli sposi di Cana; come fosti madre per l’Apostolo Giovanni. Portaci Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Allontana da noi il peccato e ogni male. In questa casa sii Madre di Grazia, Maestra e Regina. Dispensa a ciascuno di noi le grazie spirituali e materiali che ci occorrono; specialmente accresci la fede, la speranza, la carità. Suscita tra i nostri cari sante vocazioni. Sii sempre con noi, nelle gioie e nelle pene, e soprattutto fa che un giorno tutti i membri di questa famiglia si trovino con te uniti in Paradiso.

«I FIGLI, PRIMAVERA DELLA FAMIGLIA E DELLA SOCIETÀ» dal CONGRESSO TEOLOGICO-PASTORALE (Roma, 11-13 ottobre 2000)

giovedì 10 giugno 2010

«AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO» terza parte e le note

fonte: atti ufficiali della Chiesa Cattolica

PARTE TERZA LA VITA IN CRISTO
SEZIONE SECONDA I DIECI COMANDAMENTI
CAPITOLO SECONDO«AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO»
ARTICOLO 6 IL SESTO COMANDAMENTO

III. L'amore degli sposi
2360 La sessualità è ordinata all'amore coniugale dell'uomo e della donna. Nel matrimonio l'intimità corporale degli sposi diventa un segno e un pegno della comunione spirituale. Tra i battezzati, i legami del matrimonio sono santificati dal sacramento.
2361 « La sessualità, mediante la quale l'uomo e la donna si donano l'uno all'altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l'intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano solo se è parte integrante dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte »: 240
« Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: "Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza". Essa si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: "Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri [...]. Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l'uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d'intenzione. Degnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia". E dissero insieme: "Amen, amen!". Poi dormirono per tutta la notte » (Tb 8,4-9).
2362 « Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi ». 241 La sessualità è sorgente di gioia e di piacere:
« Il Creatore stesso [...] ha stabilito che nella reciproca donazione fisica totale gli sposi provino un piacere e una soddisfazione sia del corpo sia dello spirito. Quindi, gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro. Tuttavia gli sposi devono saper restare nei limiti di una giusta moderazione ». 242
2363 Mediante l'unione degli sposi si realizza il duplice fine del matrimonio: il bene degli stessi sposi e la trasmissione della vita. Non si possono disgiungere questi due significati o valori del matrimonio, senza alterare la vita spirituale della coppia e compromettere i beni del matrimonio e l'avvenire della famiglia.
L'amore coniugale dell'uomo e della donna è così posto sotto la duplice esigenza della fedeltà e della fecondità.
La fedeltà coniugale
2364 La coppia coniugale forma una « intima comunità di vita e di amore [che], fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale, vale a dire dall'irrevocabile consenso personale ». 243 Gli sposi si donano definitivamente e totalmente l'uno all'altro. Non sono più due, ma ormai formano una carne sola. L'alleanza stipulata liberamente dai coniugi impone loro l'obbligo di conservarne l'unità e l'indissolubilità. 244 « L'uomo [...] non separi ciò che Dio ha congiunto » (Mc 10,9). 245
2365 La fedeltà esprime la costanza nel mantenere la parola data. Dio è fedele. Il sacramento del Matrimonio fa entrare l'uomo e la donna nella fedeltà di Cristo alla sua Chiesa. Mediante la castità coniugale, essi rendono testimonianza a questo mistero di fronte al mondo.
San Giovanni Crisostomo suggerisce ai giovani sposi di fare questo discorso alla loro sposa: « Ti ho presa tra le mie braccia, ti amo, ti preferisco alla mia stessa vita. Infatti l'esistenza presente è un soffio, e il mio desiderio più vivo è di trascorrerla con te in modo tale da avere la certezza che non saremo separati in quella futura. [...] Metto l'amore per te al di sopra di tutto e nulla sarebbe per me più penoso che il non essere sempre in sintonia con te ». 246
La fecondità del matrimonio
2366 La fecondità è un dono, un fine del matrimonio; infatti l'amore coniugale tende per sua natura ad essere fecondo. Il figlio non viene ad aggiungersi dall'esterno al reciproco amore degli sposi; sboccia nel cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e compimento. Perciò la Chiesa, che « sta dalla parte della vita », 247 insegna che « qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto per sé alla trasmissione della vita ». 248 « Tale dottrina, più volte esposta dal Magistero della Chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo ». 249
2367 Chiamati a donare la vita, gli sposi partecipano della potenza creatrice e della paternità di Dio. 250 « Nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla, che deve essere considerato come la loro propria missione, i coniugi sanno di essere cooperatori dell'amore di Dio Creatore e come suoi interpreti. E perciò adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilità ». 251
2368 Un aspetto particolare di tale responsabilità riguarda la regolazione della procreazione. Per validi motivi 252 gli sposi possono voler distanziare le nascite dei loro figli. Devono però verificare che il loro desiderio non sia frutto di egoismo, ma sia conforme alla giusta generosità di una paternità responsabile. Inoltre regoleranno il loro comportamento secondo i criteri oggettivi della moralità:
« Quando si tratta di comporre l'amore coniugale con la trasmissione responsabile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato da criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella natura stessa della persona umana e dei suoi atti, criteri che rispettano, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana; e tutto ciò non sarà possibile se non venga coltivata con sincero animo la virtù della castità coniugale ». 253
2369 « Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l'atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore e il suo ordinamento all'altissima vocazione dell'uomo alla paternità ». 254
2370 La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull'auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi 255 sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l'educazione ad una libertà autentica. Al contrario, è intrinsecamente cattiva « ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione ». 256
« Al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale dei coniugi, la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, quello cioè del non donarsi all'altro in totalità: ne deriva non soltanto il positivo rifiuto all'apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell'interiore verità dell'amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale. [...] La differenza antropologica e al tempo stesso morale, che esiste tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi temporali [...], coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro irriducibili ». 257
2371 « Sia chiaro a tutti che la vita dell'uomo e il compito di trasmetterla non sono limitati solo a questo tempo e non si possono commisurare e capire in questo mondo soltanto, ma riguardano sempre il destino eterno degli uomini ». 258
2372 Lo Stato è responsabile del benessere dei cittadini. È legittimo che, a questo titolo, prenda iniziative al fine di orientare l'incremento della popolazione. Può farlo con un'informazione obiettiva e rispettosa, mai però con imposizioni autoritarie e cogenti. Non può legittimamente sostituirsi all'iniziativa degli sposi, primi responsabili della procreazione e dell'educazione dei propri figli. 259 In questo campo non è autorizzato a intervenire con mezzi contrari alla legge morale.
Il dono del figlio
2373 La Sacra Scrittura e la pratica tradizionale della Chiesa vedono nelle famiglie numerose un segno della benedizione divina e della generosità dei genitori. 260
2374 Grande è la sofferenza delle coppie che si scoprono sterili. « Che mi darai? », chiede Abramo a Dio. « Io me ne vado senza figli... » (Gn 15,2). « Dammi dei figli, se no io muoio! », grida Rachele al marito Giacobbe (Gn 30,1).
2375 Le ricerche finalizzate a ridurre la sterilità umana sono da incoraggiare, a condizione che si pongano « al servizio della persona umana, dei suoi diritti inalienabili e del suo bene vero e integrale, secondo il progetto e la volontà di Dio ». 261
2376 Le tecniche che provocano una dissociazione dei genitori, per l'intervento di una persona estranea alla coppia (dono di sperma o di ovocita, prestito dell'utero) sono gravemente disoneste. Tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali eterologhe) ledono il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui e tra loro legati dal matrimonio. Tradiscono « il diritto esclusivo [degli sposi] a diventare padre e madre soltanto l'uno attraverso l'altro ». 262
2377 Praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali omologhe) sono, forse, meno pregiudizievoli, ma rimangono moralmente inaccettabili. Dissociano l'atto sessuale dall'atto procreatore. L'atto che fonda l'esistenza del figlio non è più un atto con il quale due persone si donano l'una all'altra, bensì un atto che « affida la vita e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della tecnica sull'origine e sul destino della persona umana. Una siffatta relazione di dominio è in sé contraria alla dignità e all'uguaglianza che dev'essere comune a genitori e figli ». 263 « La procreazione è privata dal punto di vista morale della sua perfezione propria quando non è voluta come il frutto dell'atto coniugale, e cioè del gesto specifico dell'unione degli sposi [...]; soltanto il rispetto del legame che esiste tra i significati dell'atto coniugale e il rispetto dell'unità dell'essere umano consente una procreazione conforme alla dignità della persona ». 264
2378 Il figlio non è qualcosa di dovuto, ma un dono. Il « dono più grande del matrimonio » è una persona umana. Il figlio non può essere considerato come oggetto di proprietà: a ciò condurrebbe il riconoscimento di un preteso « diritto al figlio ». In questo campo, soltanto il figlio ha veri diritti: quello « di essere il frutto dell'atto specifico dell'amore coniugale dei suoi genitori e anche il diritto a essere rispettato come persona dal momento del suo concepimento ». 265
2379 Il Vangelo mostra che la sterilità fisica non è un male assoluto. Gli sposi che, dopo aver esaurito i legittimi ricorsi alla medicina, soffrono di sterilità, si uniranno alla croce del Signore, sorgente di ogni fecondità spirituale. Essi possono mostrare la loro generosità adottando bambini abbandonati oppure compiendo servizi significativi a favore del prossimo.
IV. Le offese alla dignità del matrimonio
2380 L'adulterio. Questa parola designa l'infedeltà coniugale. Quando due persone, di cui almeno una è sposata, intrecciano tra loro una relazione sessuale, anche episodica, commettono un adulterio. Cristo condanna l'adulterio anche se consumato con il semplice desiderio. 266 Il sesto comandamento e il Nuovo Testamento proibiscono l'adulterio in modo assoluto. 267 I profeti ne denunciano la gravità. Nell'adulterio essi vedono simboleggiato il peccato di idolatria. 268
2381 L'adulterio è un'ingiustizia. Chi lo commette viene meno agli impegni assunti. Ferisce quel segno dell'Alleanza che è il vincolo matrimoniale, lede il diritto dell'altro coniuge e attenta all'istituto del matrimonio, violando il contratto che lo fonda. Compromette il bene della generazione umana e dei figli, i quali hanno bisogno dell'unione stabile dei genitori.
Il divorzio
2382 Il Signore Gesù ha insistito sull'intenzione originaria del Creatore, che voleva un matrimonio indissolubile. 269 Ha abolito le tolleranze che erano state a poco a poco introdotte nella Legge antica. 270
Tra i battezzati « il Matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte ». 271
2383 La separazione degli sposi, con la permanenza del vincolo matrimoniale, può essere legittima in certi casi contemplati dal diritto canonico. 272
Se il divorzio civile rimane l'unico modo possibile di assicurare certi diritti legittimi, quali la cura dei figli o la tutela del patrimonio, può essere tollerato, senza che costituisca una colpa morale.
2384 Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di sciogliere il patto, liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l'uno con l'altro fino alla morte. Il divorzio offende l'Alleanza della salvezza, di cui il Matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente:
« Se il marito, dopo essersi separato dalla propria moglie, si unisce ad un'altra donna, è lui stesso adultero, perché fa commettere un adulterio a tale donna; e la donna che abita con lui è adultera, perché ha attirato a sé il marito di un'altra ». 273
2385 Il carattere immorale del divorzio deriva anche dal disordine che esso introduce nella cellula familiare e nella società. Tale disordine genera gravi danni: per il coniuge, che si trova abbandonato; per i figli, traumatizzati dalla separazione dei genitori, e sovente contesi tra questi; per il suo effetto contagioso, che lo rende una vera piaga sociale.
2386 Può avvenire che uno dei coniugi sia vittima innocente del divorzio pronunciato dalla legge civile; questi allora non contravviene alla norma morale. C'è infatti una differenza notevole tra il coniuge che si è sinceramente sforzato di rimanere fedele al sacramento del Matrimonio e si vede ingiustamente abbandonato, e colui che, per sua grave colpa, distrugge un Matrimonio canonicamente valido. 274
Altre offese alla dignità del matrimonio
2387 Si comprende il dramma di chi, desideroso di convertirsi al Vangelo, si vede obbligato a ripudiare una o più donne con cui ha condiviso anni di vita coniugale. Tuttavia la poligamia è in contrasto con la legge morale. Contraddice radicalmente la comunione coniugale; essa, « infatti, nega in modo diretto il disegno di Dio quale ci viene rivelato alle origini, perché è contraria alla pari dignità personale dell'uomo e della donna, che nel matrimonio si donano con un amore totale e perciò stesso unico ed esclusivo ». 275 Il cristiano che prima era poligamo, per giustizia, ha il grave dovere di rispettare gli obblighi contratti nei confronti delle donne che erano sue mogli e dei suoi figli.
2388 L'incesto consiste in relazioni intime tra parenti o affini, in un grado che impedisce tra loro il matrimonio. 276 San Paolo stigmatizza questa colpa particolarmente grave: « Si sente da per tutto parlare d'immoralità tra voi [...] al punto che uno convive con la moglie di suo padre! [...] Nel nome del Signore nostro Gesù, [...] questo individuo sia dato in balia di Satana per la rovina della sua carne... » (1 Cor 5,1.3-5). L'incesto corrompe le relazioni familiari e segna un regresso verso l'animalità.
2389 Si possono collegare all'incesto gli abusi sessuali commessi da adulti su fanciulli o adolescenti affidati alla loro custodia. In tal caso la colpa è, al tempo stesso, uno scandaloso attentato all'integrità fisica e morale dei ragazzi, i quali ne resteranno segnati per tutta la loro vita, ed è altresì una violazione della responsabilità educativa.
2390 Si ha una libera unione quando l'uomo e la donna rifiutano di dare una forma giuridica e pubblica a un legame che implica l'intimità sessuale.
L'espressione è fallace: che senso può avere una unione in cui le persone non si impegnano l'una nei confronti dell'altra, e manifestano in tal modo una mancanza di fiducia nell'altro, in se stessi o nell'avvenire?
L'espressione abbraccia situazioni diverse: concubinato, rifiuto del matrimonio come tale, incapacità di legarsi con impegni a lungo termine. 277 Tutte queste situazioni costituiscono un'offesa alla dignità del matrimonio; distruggono l'idea stessa della famiglia; indeboliscono il senso della fedeltà. Sono contrarie alla legge morale: l'atto sessuale deve avere posto esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla comunione sacramentale.
2391 Molti attualmente reclamano una specie di « diritto alla prova » quando c'è intenzione di sposarsi. Qualunque sia la fermezza del proposito di coloro che si impegnano in rapporti sessuali prematuri, tali rapporti « non consentono di assicurare, nella sua sincerità e fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una donna, e specialmente di proteggerla dalle fantasie e dai capricci ». 278 L'unione carnale è moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una comunità di vita definitiva. L'amore umano non ammette la « prova ». Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro. 279
In sintesi
2392 « L'amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano ». 280
2393 Creando l'essere umano uomo e donna, Dio dona all'uno e all'altra, in modo uguale, la dignità personale. Spetta a ciascuno, uomo e donna, riconoscere e accettare la propria identità sessuale.
2394 Cristo è il modello della castità. Ogni battezzato è chiamato a condurre una vita casta, ciascuno secondo lo stato di vita che gli è proprio.
2395 La castità significa l'integrazione della sessualità nella persona. Richiede che si acquisisca la padronanza della persona.
2396 Tra i peccati gravemente contrari alla castità, vanno citati la masturbazione, la fornicazione, la pornografia e le pratiche omosessuali.
2397 L'alleanza liberamente contratta dagli sposi implica un amore fedele. Essa impone loro l'obbligo di conservare l'indissolubilità del loro Matrimonio.
2398 La fecondità è un bene, un dono, un fine del matrimonio. Donando la vita, gli sposi partecipano della paternità di Dio.
2399 La regolazione delle nascite rappresenta uno degli aspetti della paternità e della maternità responsabili. La legittimità delle intenzioni degli sposi non giustifica il ricorso a mezzi moralmente inaccettabili (per esempio, la sterilizzazione diretta o la contraccezione).
2400 L'adulterio e il divorzio, la poligamia e la libera unione costituiscono gravi offese alla dignità del matrimonio.
(217) Cf Dt 5,18.
(218)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 91-92.
(219)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 22: AAS 74 (1982) 107; cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 49: AAS 58 (1966) 1070.
(220)Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 6: AAS 80 (1988) 1663.
(221) Cf Gn 4,1-2.25-26; 5,1.
(222) Cf Mt 19,6.
(223) Cf Mt 5,37.
(224) Cf Sir 1,22.
(225)Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 17: AAS 58 (1966) 1037-1038.
(226)Sant'Agostino, Confessiones, 10, 29, 40: CCL 27, 176 (PL 32, 796).
(227) Cf Tt 2,1-6.
(228)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 34: AAS 74 (1982) 123.
(229)Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 25: AAS 58 (1966) 1045.
(230) Cf Gal 5,22-23.
(231) Cf 1 Gv 3,3.
(232) Cf Gv 15,15.
(233) Cf Gal 3,27.
(234)Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 11: AAS 68 (1976) 90-91.
(235)Sant'Ambrogio, De viduis 23: Sancti Ambrosii Episcopi Mediolanensis opera, v. 141 (Milano-Roma 1989) p. 266 (PL 16, 241-242).
(236) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 9: AAS 68 (1976) 86.
(237) Cf 1 Cor 6,15-20.
(238) Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10.
(239) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85.
(240)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 92.
(241) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 49: AAS 58 (1966) 1070.
(242) Pio XII, Discorso ai partecipanti al Convegno dell'Unione Cattolica Italiana delle Ostetriche (29 ottobre 1951): AAS 43 (1951) 851.
(243) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 48: AAS 58 (1966) 1067.
(244) Cf CIC canone 1056.
(245) Cf Mt 19,1-12; 1 Cor 7,10-11.
(246) San Giovanni Crisostomo, In epistulam ad Ephesios, homilia 20, 8: PG 62, 146-147.
(247) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 30: AAS 74 (1982) 116.
(248) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 11: AAS 60 (1968) 488.
(249) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 12: AAS 60 (1968) 488; cf Pio XI, Lett. enc. Casti connubii: DS 3717.
(250) Cf Ef 3,14-15; Mt 23,9.
(251) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.
(252) Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.
(253) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1072.
(254) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 12: AAS 60 (1968) 489.
(255) Cf Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 16: AAS 60 (1968) 491-492.
(256) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 14: AAS 60 (1968) 490.
(257) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 119-120.
(258) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1073.
(259) Cf Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 37: AAS 59 (1967) 275-276; Id., Lett. enc. Humanae vitae, 23: AAS 60 (1968) 497-498.
(260) Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.
(261) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, Introductio, 2: AAS 80 (1988) 73.
(262) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 1: AAS 80 (1988) 87.
(263) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 5: AAS 80 (1988) 93.
(264) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 4: AAS 80 (1988) 91.
(265) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 8: AAS 80 (1988) 97.
(266) Cf Mt 5,27-28.
(267) Cf Mt 5,32; 19,6; Mc 10,11-12; 1 Cor 6,9-10.
(268) Cf Os 2,7; Ger 5,7; 13,27.
(269) Cf Mt 5,31-32; 19,3-9; Mc 10,9; Lc 16,18; 1 Cor 7,10-11.
(270) Cf Mt 19,7-9.
(271) CIC canone 1141.
(272) Cf CIC canoni 1151-1155.
(273) San Basilio Magno, Moralia, regula 73: PG 31, 852.
(274) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 84: AAS 74 (1982) 185.
(275) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 19: AAS 74 (1982) 102; cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 47: AAS 58 (1966) 1067.
(276) Cf Lv 18,7-20.
(277) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 81: AAS 74 (1982) 181-182.
(278) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 7: AAS 68 (1976) 82.
(279) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 80: AAS 74 (1982) 180-181.
(280) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 92.

«AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO» prima e seconda parte

fonte: atti ufficiali della Chiesa Cattolica

PARTE TERZA LA VITA IN CRISTO
SEZIONE SECONDA I DIECI COMANDAMENTI
CAPITOLO SECONDO«AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO»
ARTICOLO 6 IL SESTO COMANDAMENTO

« Non commettere adulterio » (Es 20,14). 217
« Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore » (Mt 5,27-28).
I. «Maschio e femmina li creò...»
2331 « Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione e di amore. Creandola a sua immagine [...] Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione ». 218
« Dio creò l'uomo a sua immagine; [...] maschio e femmina li creò » (Gn 1,27); « Siate fecondi e moltiplicatevi » (Gn 1,28); « Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati » (Gn 5,1-2).
2332 La sessualità esercita un'influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell'unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l'affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più generale, l'attitudine ad intrecciare rapporti di comunione con altri.
2333 Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L'armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto.
2334 « Creando l'uomo "maschio e femmina", Dio dona la dignità personale in egual modo all'uomo e alla donna ». 219 « L'uomo è una persona, in eguale misura l'uomo e la donna: ambedue infatti sono stati creati ad immagine e somiglianza del Dio personale ». 220
2335 Ciascuno dei due sessi, con eguale dignità, anche se in modo differente, è immagine della potenza e della tenerezza di Dio. L'unione dell'uomo e della donna nel matrimonio è una maniera di imitare, nella carne, la generosità e la fecondità del Creatore: « L'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Da tale unione derivano tutte le generazioni umane. 221
2336 Gesù è venuto a restaurare la creazione nella purezza delle sue origini. Nel discorso della montagna dà un'interpretazione rigorosa del progetto di Dio: « Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore » (Mt 5,27-28). L'uomo non deve separare quello che Dio ha congiunto. 222
La Tradizione della Chiesa ha considerato il sesto comandamento come inglobante l'insieme della sessualità umana.
II. La vocazione alla castità
2337 La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l'unità interiore dell'uomo nel suo essere corporeo e spirituale. La sessualità, nella quale si manifesta l'appartenenza dell'uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell'uomo e della donna.
La virtù della castità, quindi, comporta l'integrità della persona e l'integralità del dono.
L'integrità della persona
2338 La persona casta conserva l'integrità delle forze di vita e di amore che sono in lei. Tale integrità assicura l'unità della persona e si oppone a ogni comportamento che la ferirebbe. Non tollera né doppiezza di vita, né doppiezza di linguaggio. 223
2339 La castità richiede l'acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L'alternativa è evidente: o l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice. 224 « La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma l'uomo ottiene tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù delle passioni, tende al suo fine con scelta libera del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti ». 225
2340 Colui che vuole restare fedele alle promesse del suo Battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura di valersi dei mezzi corrispondenti: la conoscenza di sé, la pratica di un'ascesi adatta alle situazioni in cui viene a trovarsi, l'obbedienza ai divini comandamenti, l'esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera. « La continenza in verità ci raccoglie e ci riconduce a quell'unità, che abbiamo perduto disperdendoci nel molteplice ». 226
2341 La virtù della castità è strettamente dipendente dalla virtù cardinale della temperanza, che mira a far condurre dalla ragione le passioni e gli appetiti della sensibilità umana.
2342 Il dominio di sé è un'opera di lungo respiro. Non lo si potrà mai ritenere acquisito una volta per tutte. Suppone un impegno da ricominciare ad ogni età della vita. 227 Lo sforzo richiesto può essere maggiore in certi periodi, quelli, per esempio, in cui si forma la personalità, l'infanzia e l'adolescenza.
2343 La castità conosce leggi di crescita, la quale passa attraverso tappe segnate dall'imperfezione e assai spesso dal peccato. L'uomo virtuoso e casto « si costruisce giorno per giorno, con le sue numerose libere scelte: per questo egli conosce, ama e compie il bene morale secondo tappe di crescita ». 228
2344 La castità rappresenta un impegno eminentemente personale; implica anche uno sforzo culturale, poiché « il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società [sono] tra loro interdipendenti ». 229 La castità suppone il rispetto dei diritti della persona, in particolare quello di ricevere un'informazione ed un'educazione che rispettino le dimensioni morali e spirituali della vita umana.
2345 La castità è una virtù morale. Essa è anche un dono di Dio, una grazia, un frutto dello Spirito. 230 Lo Spirito Santo dona di imitare la purezza di Cristo 231 a colui che è stato rigenerato dall'acqua del Battesimo.
L'integralità del dono di sé
2346 La carità è la forma di tutte le virtù. Sotto il suo influsso, la castità appare come una scuola del dono della persona. La padronanza di sé è ordinata al dono di sé. La castità rende colui che la pratica un testimone, presso il prossimo, della fedeltà e della tenerezza di Dio.
2347 La virtù della castità si dispiega nell'amicizia. Indica al discepolo come seguire ed imitare colui che ci ha scelti come suoi amici, 232 si è totalmente donato a noi e ci ha reso partecipi della sua condizione divina. La castità è promessa di immortalità.
La castità si esprime particolarmente nell'amicizia per il prossimo. Coltivata tra persone del medesimo sesso o di sesso diverso, l'amicizia costituisce un gran bene per tutti. Conduce alla comunione spirituale.
Le diverse forme della castità
2348 Ogni battezzato è chiamato alla castità. Il cristiano si è rivestito di Cristo, 233 modello di ogni castità. Tutti i credenti in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato di vita. Al momento del Battesimo il cristiano si è impegnato a vivere la sua affettività nella castità.
2349 « La castità deve distinguere le persone nei loro differenti stati di vita: le une nella verginità o nel celibato consacrato, un modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso; le altre, nella maniera quale è determinata per tutti dalla legge morale e secondo che siano sposate o celibi ». 234 Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza:
« Ci sono tre forme della virtù di castità: quella degli sposi, quella della vedovanza, infine quella della verginità. Non lodiamo l'una escludendo le altre. [...] Sotto questo aspetto, la disciplina della Chiesa è ricca ». 235
2350 I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l'un l'altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell'amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità.
Le offese alla castità
2351 La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.
2352 Per masturbazione si deve intendere l'eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. « Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato ». « Qualunque ne sia il motivo, l'uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità ». Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della « relazione sessuale richiesta dall'ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana ». 236
Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l'azione pastorale, si terrà conto dell'immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d'angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale.
2353 La fornicazione è l'unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei figli. Inoltre è un grave scandalo quando vi sia corruzione dei giovani.
2354 La pornografia consiste nel sottrarre all'intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l'atto coniugale, dono intimo e reciproco degli sposi. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l'uno diventa per l'altro oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell'illusione di un mondo irreale. È una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici.
2355 La prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo. 237 La prostituzione costituisce una piaga sociale. Normalmente colpisce donne, ma anche uomini, bambini o adolescenti (in questi due ultimi casi il peccato è, al tempo stesso, anche uno scandalo). Il darsi alla prostituzione è sempre gravemente peccaminoso, tuttavia l'imputabilità della colpa può essere attenuata dalla miseria, dal ricatto e dalla pressione sociale.
2356 Lo stupro indica l'entrata con forza, mediante violenza, nell'intimità sessuale di una persona. Esso viola la giustizia e la carità. Lo stupro lede profondamente il diritto di ciascuno al rispetto, alla libertà, all'integrità fisica e morale. Arreca un grave danno, che può segnare la vittima per tutta la vita. È sempre un atto intrinsecamente cattivo. Ancora più grave è lo stupro commesso da parte di parenti stretti (incesto) o di educatori ai danni degli allievi che sono loro affidati.
Castità e omosessualità
2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

mercoledì 9 giugno 2010

La purezza segna tutto il tuo essere. Tu sei la purezza di fronte a un mondo corrotto.

Cara M.A., la purezza è il fiore bianco dell'amore che emana il profumo e la flagranza che inebriano e fa volare quel nettare balsamico che si infonde in tutte le fibre della persona. Questo fiore è protetto dalla siepe della modestia...ed è un fiore delicatissimo e basterebbe un solo soffio a rovinarne il magnifico splendore dei suoi petali e della sua magnifica corolla. Immagina la purezza come la lucentezza e la bianchezza del fiore, che per la sua bellezza attrae e seduce e conquista...mentre immagina la castità come il polline che spira amore e conquista il cuore: la ragazza, che spesso in maniera incolpevole o inconsapevole, a causa di educatori e genitori che non sanno neanche loro quale sia il danno, perde lo splendore della sua purezza, certo non avrà più la stessa lucentezza nella sua corolla, certo quel bianco non sarà più così seducente, perchè la purezza è quell'arma di seduzione data da Dio alla donna per formare il nido; ma non per questo la ragazza che ha perso questo dono deve vivere continui sensi di colpa nè per questo rinunciare alla seconda arma...il nettare che ella mantiene vivendo castamente (e qualora ella cadesse per debolezza, se subito va a confessarsi, farsi la Santa Comunione e recita il Santo Rosario, Gesù e Maria riformeranno sulla sua corolla questa patina del nettare dell'amore): una ragazza che ha perso la prima arma della purezza, ha sempre da vivere la seconda arma della castità, che può riformare una nuova similare bellezza, seppur non identica alla bellezza originale della purezza intatta. Cara M.A., difendere il fiore dell'amore, è difendere il progetto futuro della vita matrimoniale!!! E, anche se il fidanzamento dovesse durare tantissimi anni...il lecito delle manifestazioni d'amore...le coccole e le tenerezze del tenersi per mano o abbracciati (evitando che i sentimenti sorpassino i loro naturali confini e sfocino nelle sensazioni), saranno sufficienti fino alla conferma che si tratta del Vero amore pronto al sì fedele, nella buona e nella cattiva sorte. Riguardo al feeling sessuale...questa teoria che bisogna scoprire i gusti sessuali della persona prima di sposarsi, fa parte delle menzogne del mondo per disinibire le giovani e spingerle subdolamente a concedersi facilmente ai loro ragazzi...la stessa parola feeling...che vuol dire amore, è un sostantivo, mentre "sessuale" è solo un aggettivo...che sta a dimostrare che è il feeling a essere il punto fermo e la base, mentre l'aggettivo "sessuale" solo si appoggia sul sostantivo. In altre parole: è il feeling che crea bellezza, legame, fascino e attrazione... non il "sessuale", che è solo il coronamento dell'amore, la sua ciliegina sulla torta costruita durante il fidanzamento verginale e casto, e presentata a Dio per la benedizione! Per questo l'importante è che vi sia amore e tenerezza, l'importante è che vi sia il feeling, e l'intesa sessuale è assicurata, assicuratissima, perchè dove vi è la torta vi è la ciliegina sopra sempre...per questo può essere sperimentata senza problemi dopo la benedizione del Sacramento del Matrimonio, senza bisogno di alcuna prova. La riprova ulteriore di questa menzogna del feeling sessuale è che la sessualità, per quanto di massima intesa sia stata, finisce inesorabilmente quando finisce il feeling...ma il feeling non finisce anche quando la sessualità per anzianità, malattia o comune accordo nel matrimonio (ad esempio per vivere periodi di castità matrimoniale per riscoprire le tenerezze dell'amore spirituale). Cara M.A., difendi la tua purezza: più salirai le vette dell'amore verginale e casto più ascolterai il canto meraviglioso e celestiale dell'Amore Vero.

Fede, Speranza e Amore non mancheranno mai nel tuo cuore

Fede, Speranza e Amore sono il filo a tre capi che non si spezza, dice la Sacra Scrittura nel libro di Qoelet: per questo Gesù ha voluto innestare l'Amore nella Fede del Sacramento del Matrimonio, perchè senza questo innesto l'Amore non è capace di volare e di resistere alle prove della vita. La Fede porta all'Amore, perchè è il senso spirituale che ci spinge verso gli orizzonti di ciò che è Vero, Buono, Bello, è la Fede che ci fa accorgere che questa vita, lungi dall'essere una sommatoria di atomi o di giorni casuali, è una storia così meravigliosamente guidata dalla Provvidenza: la fede inizia nel momento in cui ci si rende conto che tutto questo è così meravigliosamente orchestrato da Dio e si inizia a pregare il Cristo, Maria e i Santi...Man mano che si avanza nella preghiera della Messa e del Rosario il cuore starà a sobbalzare... perchè esso assaporerà il Cielo dentro di lui in suoni di melodie dalle note arcane, che attirano il cuore e spingono ad andare avanti nel percorso della fede...sono melodie arcane, iscritte nel cuore di ogni uomo, dove ciascuno si riconosce nel profondo, melodie divine di Bellezza, Verità e Bontà: per questo dovunque sboccia un amore verso il Cielo nella fede in Gesù e Maria SS, non può non sbocciare un amore verso le creature, perchè è lo Stesso Sole Divino a far sbocciare i semi dell'Amore.Fede Speranza e Amore sono come tre fibre, di cui è composta la nostra anima: come in una maglia una fibra è di lana, una di cotone e una di acrilico, così anche noi abbiamo tre fibre, tessute in unità e invisibili ad occhio nudo: la fibra della Fede, la fibra della Speranza e la fibbra dell'Amore. E' questa componente della nostra anima la sede del desiderio dell'Amore Assoluto che si attua nella ricerca costante, lungo i meandri spesso contorti dell'esistenza, di mete infinite capaci di saziare la parte dell'io che non appartiene alla terra ma al divino: per questo un Amore non potrà volare senza aver ricevuto le ali della Fede e della Speranza nel Sacramento del Matrimonio.

fonte: san valentino, patrono dell'amore cristiano

Il segreto dell'Amore sta nella linfa di Vita Divina

Ogni Storia di Amore ha un filo che la lega al Cielo: esso è il Cordone Ombelicale di ogni Amore, che rigenera l'Amore dell'Essere di Dio. Recidere un Amore dal suo Cordone Ombelicale legato al Cielo, appropriarsi di un Amore, prima che esso si generi lentamente fino al suo Parto nel Sacramento del Matrimonio, è recidere il fiore dalla Pianta che lo genera, è condannarlo a seccarsi anche se la sua forma esterna sembrerebbe permanere uguale.
Tutti quelli che iniziano una storia di Amore si chiedono: "Il mio Amore durerà per sempre?": Chi sa che l'Amore è Dono del Cielo, sa che è certamente SIIII!!! Il segreto dell'Amore sta proprio nella Linfa di Vita Divina che lo irrora e lo rigenera, che lo fa essere nel tempo...

fonte: san valentino, patrono dell'amore cristiano

martedì 8 giugno 2010

La castità prepara il cuore ad amare

SULLA CASTITA'
Amici, voglio con voi riflettere sul senso della vita, sulla gravità del peccato e sulle sue catastrofiche e devastanti conseguenze. E’ proprio vero, quando non c’è Dio nella propria vita, il demonio fa da padrone e tiranno! Non potremo mai capire completamente, se non sotto l’azione dello Spirito Santo, quali sono le ferite mortali che la lontananza da Dio, e quindi una vita di peccato, arreca all’anima. Quando il sole dell’Amore divino non riscalda ed illumina più un’anima, il freddo e le tenebre dell’oblio catturano il cuore derubandolo del suo vitale sostentamento e conducendolo sempre più all’odio profondo verso Dio, verso gli altri e verso sé stessi, un vero e proprio anticipo dell’inferno! Il peccato, spesso, si presenta come un bene, appetitoso e suadente, che ha lo scopo di distoglierci dalla Volontà di Dio e dalla Sua legge eterna, facendoci concentrare l’attenzione sul piacere immediato che può darci, sull’appagamento sicuro dei sensi; magari è anche umanamente giustificato come una condizione necessaria per affrontare certe situazioni.. Oggi è molto diffusa la convinzione che il cambiamento delle condizioni e delle esigenze della vita umana comporta un cambiamento dei criteri morali; cioè invece di modellare la propria vita in base ai criteri morali, si modellano i criteri morali in base al modo di vivere! Quindi per evitare di combattere il male, si nega che il male sia male! Approfitto di questo argomento per lanciare una provocazione, il cui unico scopo è quello di scuotere, chiarire ed approfondire alla luce della Parola e della Legge di Dio, delle situazioni di vita che oggi particolarmente sono molto presenti attorno a noi, e forse anche in mezzo a noi. Mi riferisco al dilagare dei rapporti prematrimoniali, fidanzamenti oltremodo lunghissimi che, non di rado, finiscono di esistere, cambiamenti repentini di “partner”, immaturità nell’affrontare un serio cammino di coppia che sfoci nel matrimonio, di gestire un rapporto di coppia proteso verso il futuro, incapacità di essere fedeli prima e dopo il matrimonio, divorzi, separazioni, ecc… ecc…. Perché tutto questo? Secondo voi è possibile attribuire ai rapporti prematrimoniali la causa principale di questa piaga che, come una lebbra devastante, attecchisce nelle nuove generazioni con forza sempre più crescente? Io ne sono particolarmente convinto, e penso anche che il fidanzamento sia un tempo di grazia per la coppia, e che nel fidanzamento si gettano le fondamenta per la costruzione del matrimonio. Bisogna vedere dove si edifica, però! Mi viene in mente quel passo che dice: "la pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo!"(At, 4-11). Senza quella pietra, tutto è possibile costruire, ma tutto è destinato a crollare! Se si costruisce il proprio fidanzamento e poi il matrimonio sulla legge di Dio, si è sicuri della Sua benedizione e della Sua protezione da tutti quei mali che attentano alla vita della famiglia, quali il divorzio, l’aborto, l’uso di contraccettivi e anche la stessa situazione morale della coppia ne avverte i benefici. Oggi non pochi cristiani tralasciano l’esercizio della castità, ritenendolo ormai superato e criticando la Chiesa come retrograda e inattuale. La tendenza del nostro tempo consiste nel ritenere la lussuria una tendenza naturale della carne e non una sua deviazione. Non mancano esimi psicologi e dottori ad esaltare le qualità terapeutiche della masturbazione e della fornicazione! La lussuria è un male che debilita l’uomo spiritualmente, moralmente, psicologicamente, fisicamente e lo rende schiavo del desiderio impuro. San Tommaso d’Aquino, dice che il disordine sessuale provoca danni alle facoltà mentali dell’uomo. Nella Summa Teologica, san Tommaso argomenta così:

"Poiché nella lussuria gli istinti del corpo lottano potentemente contro le facoltà dell’anima, quando gli istinti inferiori vincono, le facoltà superiori (la ragione e la volontà) restano molto scompigliate, e quindi ne derivano come figlie della lussuria la cecità di mente, la sconsideratezza, la precipitazione e l’incostanza nel giudizio (per quanto riguarda l’intelletto); l’amore di sé stessi, l’odio di Dio, l’amore per la vita presente e l’orrore per quella futura (per quanto riguarda la volontà)."

Solo una vita di grazia autentica ci permette di lasciare una vita di schiavitù per la vera libertà, libertà e dominio sui propri istinti, e imparare la fedeltà attraverso l’esercizio della castità. La castità unita all’umiltà è la base della virtù della fortezza. Solo con la castità si impara a conoscere chi è veramente la persona che abbiamo a fianco, si impara a discernere la Volontà di Dio dalla propria, a valutare con libertà se è possibile compiere la volontà e il progetto di Dio con quella persona, a crescere e fortificarsi per le tentazioni che verranno. La castità ci insegna ad amare veramente, vince l’egoismo, è un mezzo per conquistare la propria libertà, rafforza la nostra personalità, prepara l’uomo a vivere e a donare la vita per gli altri: in un certo senso lo prepara per la costruzione della famiglia. L’uomo casto è affidabile, moralmente maturo, capace di grandi conquiste nel campo morale. Tutti siamo chiamati alla castità, anche gli sposi: infatti la castità matrimoniale non vuol dire astinenza, ma significa avere rapporti casti, cioè puri, nella piena Volontà di Dio, salvaguardando sempre i due aspetti fondamentali dell’atto sessuale: l’aspetto unitivo e quello procreativo, aspetti che non si scontrano con l’esigenza di una maternità e paternità responsabile. Iddio, nella Sua infinita sapienza, ha creato la donna con un suo ciclo di fertilità ed infertilità facilmente riconoscibile (attraverso i metodi naturali, come il metodo Billings), per cui si può decidere responsabilmente se e quando avere rapporti all’interno di questo ciclo. La castità per coloro che non sono sposati, ovviamente significa astinenza. Vivere la castità vuol dire vivere santamente il proprio stato di vita, attingendo forza dai sacramenti, dalla Parola di Dio e dal sacrificio di Gesù sulla croce. Penso che tutti i problemi di coppia sarebbero di gran lunga ridotti se si imparasse a vincere i propri istinti sessuali che, se non sono governati con saggezza, portano i loro velenosi frutti a livello individuale, di coppia e anche a livello sociale, con il dilagare della pornografia, della prostituzione, e le loro perverse ramificazioni come l’omosessualità, la pedofilia, la violenza, l’odio profondo verso tutto e tutti. Non penso di esagerare, ne sono pienamente convinto, anzi ritengo che la castità sia una delle virtù fondamentali per la costruzione del regno di Dio sulla terra, per una autentica testimonianza cristiana di fede e per la diffusione di quella pace per la quale tanto la Madonna ci raccomanda di pregare, pace che il mondo non conosce perché frutto della risposta dell’uomo all’invito di Dio alla santificazione. Riscopriamo il valore della castità e non spaventiamoci di proporlo ai nostri amici come mezzo di crescita, di piena libertà, di fondamento sicuro per la costruzione di una famiglia sana e santa, in un futuro di pace. E’ necessario chiarire, per una maggiore edificazione dell’argomento trattato, che quando si parla della gravità dei peccati in generale, e in particolare di quelli contro la castità, ci si riferisce solo alla natura dell’atto preso in sé per sé, cioè alla sua oggettiva difformità dalla legge di Dio; altro è il discorso sulle condizioni soggettive, cioè sul grado di consapevolezza e di libertà di colui che commette il peccato. Quindi ogni valutazione si riferisce all’aspetto oggettivo, alla “materia” dell’atto, e non alle condizioni soggettive con cui esso è compiuto: infatti, perché una colpa sia mortale, oltre alla gravità in sé della materia, sono necessari la piena avvertenza, cioè la consapevolezza di ciò che si sta facendo, e il deliberato consenso, cioè la libera decisione della volontà di compiere il male. Il grado di consapevolezza e di libertà con cui si compie un’azione grave può variare da caso a caso, dunque anche il grado di colpevolezza varia da persona a persona, per cui, per evitare di cadere nel tranello del giudizio verso i nostri fratelli, occorre ricordare che solo Dio legge in fondo al cuore delle persone. Tuttavia, poiché normalmente ogni persona ha la percezione del bene e del male, per la presenza della legge di Dio inscritta nel cuore di ognuno, giustificare un’azione come compiuta inconsapevolmente e involontariamente, significa fare torto alla libertà delle persone. La posizione della Chiesa, e quindi del cristiano, nel definire la sessualità è molto equilibrata: se da una parte non la demonizza, dall’altra finalizza l’uso della sessualità al progetto di Dio, considerando peccato ogni uso della sessualità fuori dal matrimonio e l’uso di contraccettivi all’interno del matrimonio. Ho assistito, con molta amarezza, allo sfacelo di tante famiglie amiche, vittime dell’orgoglio, della vanità, della lussuria, della mancanza di perdono… L’uomo senza Dio è una porta aperta, senza protezione. Ci si avvicina sempre di più al tempo in cui o sei con Dio pienamente, o non vieni risparmiato dalla scure mortale di satana! Non basta andare a Messa la domenica e pregare ogni tanto per essere preservati dal baratro della morte, occorre consacrarsi quotidianamente, non lasciar passare un giorno senza nutrirsi dell’Amore di Dio , della Sua Parola, del Suo Corpo e del Suo Sangue, dare ogni giorno il nostro Sì a Lui, chiedendo il dono della Sapienza con cui scoprire le tattiche dell’astuta serpe che, senza che ce ne accorgiamo, aspetta una nostra distrazione, uno sguardo impuro, un desiderio disordinato per imprimere violentemente il suo marchio di proprietà nelle nostre anime! Riguardo, poi, ai vari modi di seguire il Signore, penso che Dio non faccia differenza tra le vocazioni: tutte le vocazioni sono sante perché provengono da Dio. La vocazione è un mezzo di santità, non il fine. La fedeltà alla nostra vocazione ci rende santi, non la scelta della vocazione. Avete mai pensato al fatto che nessuno dei veggenti di Medjugorje abbia scelto la vita religiosa, nonostante vedano la Madonna da più di 20 anni, a differenza degli episodi di Lourdes e di Fatima in cui sia Bernadette sia Lucia hanno scelto la vita consacrata? La cosa fa’ riflettere molto… Nella loro libertà hanno scelto ciò che Dio chiedeva loro, senza prediligere un tipo di vita rispetto ad un altro, l’importante è fare la Volontà di Dio: nel loro caso significava testimoniare, in un mondo in cui la famiglia è corrotta, divisa, incapace di accogliere la vita per la paura del futuro, che è possibile costruire una famiglia nella fede, nella purezza, nell’accettazione coraggiosa dei figli - doni di Dio- , nella fiducia nella Divina Provvidenza, e nella visione di un futuro carico di speranza, di gioia, di pace, fortificata dalla preghiera e dal digiuno. Penso e sono convinto che chi decide di consacrarsi senza avere la vocazione religiosa fa’ gravi danni a sé stesso e alla Chiesa. La stessa cosa dicasi per chi sceglie il matrimonio. Solo un sano discernimento, una vita di preghiera, una buona guida spirituale, una capacità di ascolto interiore, è in grado di delineare le coordinate di una sana, libera e realizzante scelta vocazionale.

fonte: innamorati di maria

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lunedì 7 giugno 2010

QUANDO IL CIELO VIVE NELL'AMORE

L'AMORE SENZA RIFERIMENTO AL CIELO, E' COME UNA DIMENSIONE SENZA ALTEZZA, LUNGHEZZA E PROFONDITA', E' COME UN OGGI SENZA IL DOMANI, E' COME L'ESSERE SENZA L'ESISTERE.
QUANDO IL CIELO VIVE NELL'AMORE, L'AMORE VIVE DI CIELO.

fonte: san valentino, patrono dell'amore cristiano

giovedì 3 giugno 2010

Quelle mamme giovani. MTV stupisce e commuove

MTV, la televisione di tendenza liberal, seguita dai ragazzi per i video musicali, ma anche trasgressiva e sbarazzina, ha colto di sorpresa piacevolmente: il fiorire di telefilm e fiction sulla maternità adolescente (“Mamme per Caso”, “Sixteen and Pregnant”, “Teen Mom”, “Vita segreta di una teenager americana”. Ma non si tratta dei possibili scontati discorsi enciclopedici su pillole e anticoncezionali: c’è anche quello, ma il fatto nuovo è che si raccontano storie di teenagers che restano incinte e non abortiscono.

“Mamme per Caso”, uno special trasmesso il 15 maggio, è forse il più emblematico; l’espressione “per caso” indica forse la superficialità del rapporto sessuale, certo, ma sopratutto la normalità dell’accettazione del bambino “non programmato”: ci commuove. Vi sentiamo una bella diciannovenne dire: “Tra cambiare tutta la tua vita e dire abortisco ho scelto la prima strada: era più semplice: l’aborto è sbagliato, è un trauma. Il panico era dirlo ai miei.” “Sono un po’ più grossa, ma non mi si vede. E non mi dà problema” dice un’altra.
E così via, parlando di vita, aborto, anticoncezionali, ginecologi, ecografie: finalmente qualcuno che dice che l’arrivo di un figlio non è una tragedia; è un imprevisto, una fatica, un grosso cambiamento, ma è un dato di fatto, e le protagoniste di questi programmi hanno preso atto di questa realtà e hanno dato una svolta positiva alla loro vita: “Se uno non voleva tenersi il bambino per andare a ballare… è una persona stupida!”.

Questi programmi intaccano una fobia modernista: la paura di far figli. Tutto il sesso che si vuole ma niente figli è l’imperativo morale di oggi: bloccano la carriera, il divertimento; e le ragazze, a detta dell’ISTAT, progettano una famiglia con tanti figli, ma poi si riducono ad averne uno, massimo due, perché tutto nella società impedisce loro questo sogno. Il programma di MTV non invoglia a rapporti precoci, non stimola alla superficialità, anzi spiega la durezza di diventare mamma a 18 anni, oggi, e di diventarlo senza una famiglia; ma vedere questi ventenni padri e madri ci tocca nell’animo perché riporta ad una normalità che non esiste più: far figli e famiglia da giovani, all’epoca dettata dall’orologio biologico, cosa oggi in Italia diventata un’eccezione, anche per la difficoltà a trovare lavoro, certo, ma soprattutto per un motivo culturale che disegna “figli e famiglia” solo come un ostacolo alla “vita vera”.

Racconta una ragazza: “E’ normale che un bimbo ti cambi la vita. Un giovane si vuole divertire e ora sto più a casa. Certo. Ma ora sono diventata mamma. Sono più dolce, con lui e con gli altri”. D’altra parte non si deve nasconde che: “L’azienda non ti prende se sei incinta”, e “Lavoro in un call-center, quattro ore al giorno: è tutto quello che ho”; che richiamo alla responsabilità di chi ha in mano le chiavi del lavoro che, quando manca, non favorisce la famiglia nell’età più propizia. “A questo mondo c’è a tutto rimedio” dice nel programma una neo-nonna; ci piacerebbe che non ci fosse solo “rimedio” ma delle strade spianate per chi vuol aver figli da giovane, almeno come quelle che si trova davanti chi pensa di abortire; ma la differenza è abissale.

fonte carlobellieni

Conoscere cosa é il peccato

Un sacerdote risponde.
Vivendo nella carità, un sacerdote domenicano cerca di illuminarci sui nostri dubbi. Potete scrivere un'email a P. Angelo Bellon op, docente di teologia morale abellon@davide.it

Ecco le domande che già sono state poste, suddivise per argomento.

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dalla Bibbia CEI 1974


Genesi



Capitolo 2
 Origine del Sabato


1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. 2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4a Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. 4b Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l`acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; 7 allora il Signore Dio plasmò l`uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l`uomo divenne un essere vivente.
L`uomo nel paradiso terrestre. - 8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l`uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l`albero della vita in mezzo al giardino e l`albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c`è l`oro 12 e l`oro di quella terra è fine; qui c`è anche la resina odorosa e la pietra d`ònice. 13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d`Etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l`Eufrate. 15 Il Signore Dio prese l`uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all`uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell`albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti".
Creazione della donna. - 18 E il Signore Dio disse: "Non è bene che l`uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all`uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l`uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l`uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l`uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull`uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all`uomo, una donna e la condusse all`uomo. 23 Allora l`uomo disse: "Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall`uomo è stata tolta". 24 Per questo l`uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l`uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.