“Mamme per Caso”, uno special trasmesso il 15 maggio, è forse il più emblematico; l’espressione “per caso” indica forse la superficialità del rapporto sessuale, certo, ma sopratutto la normalità dell’accettazione del bambino “non programmato”: ci commuove. Vi sentiamo una bella diciannovenne dire: “Tra cambiare tutta la tua vita e dire abortisco ho scelto la prima strada: era più semplice: l’aborto è sbagliato, è un trauma. Il panico era dirlo ai miei.” “Sono un po’ più grossa, ma non mi si vede. E non mi dà problema” dice un’altra.
E così via, parlando di vita, aborto, anticoncezionali, ginecologi, ecografie: finalmente qualcuno che dice che l’arrivo di un figlio non è una tragedia; è un imprevisto, una fatica, un grosso cambiamento, ma è un dato di fatto, e le protagoniste di questi programmi hanno preso atto di questa realtà e hanno dato una svolta positiva alla loro vita: “Se uno non voleva tenersi il bambino per andare a ballare… è una persona stupida!”.
Questi programmi intaccano una fobia modernista: la paura di far figli. Tutto il sesso che si vuole ma niente figli è l’imperativo morale di oggi: bloccano la carriera, il divertimento; e le ragazze, a detta dell’ISTAT, progettano una famiglia con tanti figli, ma poi si riducono ad averne uno, massimo due, perché tutto nella società impedisce loro questo sogno. Il programma di MTV non invoglia a rapporti precoci, non stimola alla superficialità, anzi spiega la durezza di diventare mamma a 18 anni, oggi, e di diventarlo senza una famiglia; ma vedere questi ventenni padri e madri ci tocca nell’animo perché riporta ad una normalità che non esiste più: far figli e famiglia da giovani, all’epoca dettata dall’orologio biologico, cosa oggi in Italia diventata un’eccezione, anche per la difficoltà a trovare lavoro, certo, ma soprattutto per un motivo culturale che disegna “figli e famiglia” solo come un ostacolo alla “vita vera”.
Racconta una ragazza: “E’ normale che un bimbo ti cambi la vita. Un giovane si vuole divertire e ora sto più a casa. Certo. Ma ora sono diventata mamma. Sono più dolce, con lui e con gli altri”. D’altra parte non si deve nasconde che: “L’azienda non ti prende se sei incinta”, e “Lavoro in un call-center, quattro ore al giorno: è tutto quello che ho”; che richiamo alla responsabilità di chi ha in mano le chiavi del lavoro che, quando manca, non favorisce la famiglia nell’età più propizia. “A questo mondo c’è a tutto rimedio” dice nel programma una neo-nonna; ci piacerebbe che non ci fosse solo “rimedio” ma delle strade spianate per chi vuol aver figli da giovane, almeno come quelle che si trova davanti chi pensa di abortire; ma la differenza è abissale.
fonte carlobellieni
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